Fra mito e storia vera, la serie Tv dedicata a Lidia Poët è un buon omaggio, soprattutto se la si sfrutta come spunto per scoprire la storia della prima avvocata d’Italia!
Fare la differenza da un piccolo paesino
Spesso si crede che solo nelle grandi città siano nascoste le grandi opportunità. Lidia Poët ci ha dimostrato che non è così. Se nel tuo sogno ci credi, puoi renderlo reale. Sarà faticoso? Moltissimo, dovrai fare il doppio della fatica degli altri, ma potrai comunque farcela!
Lidia nasce a Perrero, in Val Germanasca, nel 1855. È figlia di una famiglia valdese e da adolescente si trasferisce con la famiglia a Pinerolo, dove già viveva il fratello, titolare di uno studio legale. Studia in un collegio in Svizzera e consegue la patente di Maestra Superiore Normale, poi quella di Maestra di inglese, tedesco e francese. Prosegue il suo percorso verso la Licenza Liceale a Mondovì, e finalmente, finito quel percorso, si iscrive all’Università di Torino alla facoltà di giurisprudenza.
Lidia Poët si distinse fin dal primo momento. Fin dal primo grande passo: la tesi di laurea. Un lungo Studio sulla Condizione della Donna rispetto al diritto costituzionale ed al diritto amministrativo nelle elezioni. Una tesi volta a comunicare la situazione femminile nella seconda metà dell’800. Una situazione difficile ed allo stesso tempo diversa dal passato. A quella discussione assistettero oltre cinquecento studenti.
E se questo testo non cambiò le cose, fu uno dei tanti mattoni che costruirono le basi del cambiamento. Vi lasciamo la tesi di Lidia qui, chissà che anche a voi non appassioni leggerla!
L’impossibilità a diventare avvocata
Si laureò nel 1881 e nel 1883 superò a pieni voti l’esame di abilitazione alla professione. Così chiese di venire iscritta all’Ordine degli Avvocati e Procuratori di Torino. Tuttavia la sua richiesta venne osteggiata, ma, alla fine, Lidia Poët fu la prima donna ad essere ammessa all’esercizio dell’avvocatura. Ma non finì qui, nel 1884 grazie ad una causa del procuratore generale del Regno presso la Corte d’Appello di Torino, Lidia venne cancellata dall’albo. Essendo l’avvocatura un lavoro da “pubblico ufficio” non era permesso alle donne di esercitare. Questa scelta non fu semplicemente accolta con il silenzio. Tutt’altro! Ben 25 quotidiani italiani sostennero Lidia Poët, mentre solo 3 sostennero la scelta della Corte d’Appello di Torino. Lidia Poët non poteva esercitare, ma affiancò il fratello, dedicando la sua carriera ai minori, agli emarginati ed alle donne. Sostenendo ogni giorno la causa del suffragio femminile, a cui tanto era legata.
Fu nel primo dopo guerra che finalmente le cose cambiarono. Grazie alla Legge n. 1179 del 17 luglio 1919 le donne potevano esercitare tutte le professioni (con ancora alcune esclusioni). Sì, potevano finalmente diventare avvocate! Dopo aver lavorato per oltre 40 anni accanto a suo fratello, Lidia Poët fu la prima donna ad essere ammessa nell’Ordine degli Avvocati.
Lidia Poët e la serie Tv
La serie Tv Le Leggi di Lidia Poët non è perfetta, tutt’altro, gli stessi parenti ancora in vita dell’avvocata l’hanno criticata, tuttavia può essere il giusto spunto per scoprire una storia importante per tutte le donne. Lidia Poët non si lasciò mai scoraggiare, nonostante le mille difficoltà che la vita le mise di fronte.
La serie Tv, firmata Netflix, è stata interamente girata a Torino. Le scene ambientate all’interno del tribunale sono state realizzate presso l’Ex Curia Maxima di via Corte d’Appello, una location normalmente inaccessibile. Altre location sono state il Palazzo Falletti di Barolo, il Palazzo dei Cavalieri, la Chiesa di Santa Pelagia, il Museo del carcere Le Nuove, Villa San Lorenzo di Racconigi, l’ex Lanificio Bona di Carignano, il Teatro Alferi di Asti, il Castello e la Certosa di Collegno, il Museo Ferroviario Piemontese di Savigliano, la Basilica di Superga, Borgo Cornalese a Villastellone e tantissime piazze e strade del centro di Torino, che sicuramente gli amanti di questa città sapranno riconoscere!
È attualmente in lavorazione la seconda stagione della serie e speriamo che sia più fedele alla realtà! In ogni caso, resta un’ottima occasione per scoprire questa particolare storia e per fare un viaggio, senza muoversi, a Torino!