Sibaud è una piccola borgata di Bobbio Pellice, uno dei paesi più “in alto” della Val Pellice. Qui, oltre 200 anni fa si è scritta la storia dei valdesi, ritornati finalmente nelle loro terre.
Era il 1686 ed i Valdesi furono cacciati dalle loro terre…
La vita per i valdesi non fu semplice, nonostante gli anni di pace, il timore restava nell’aria. Nel 1598 grazie all’Editto di Nantes fu messo un punto alle guerre religiose. Tuttavia, non era finita lì. Nel 1686, sotto le pressioni di Re Luigi XIV, il Duca Vittorio Amedeo II di Savoia costrinse i Valdesi ad una scelta: l’esilio o la conversione alla religione cattolica. I Valdesi amavano però la loro terra e soprattutto era per loro fondamentale la loro religione. Iniziò così una dura resistenza che portò all’incarcerazione dei sopravvissuti. Dopo un anno, il Duca emanò un editto, concedendo ai valdesi sopravvissuti di convertirsi o di venire esiliati in Svizzera. Fu così che tra il 7 gennaio ed il 27 febbraio 1687 i prigionieri valdesi partirono dalle prigioni piemontesi per raggiungere Ginevra.
Esattamente 3 anni dopo, nel 1689, Re Guglielmo III d’Orange salì al trono d’Inghilterra e ricostituì il fronte anti-francese della Lega Augusta. Il Re diede il suo appoggio ai valdesi che organizzarono una spedizione per rientrare nelle Valli Valdesi. La marcia da Ginevra a Sibaud durò 14 giorni, fra scontri e lunghe marce. L’arrivo a Sibaud è oggi ricordato come il “Glorioso Rimpatrio”. Quando i Valdesi riuscirono a tornare nelle loro terre, sembrava raggiunto lo scopo della lunga marcia, tuttavia c’era il desiderio di rimanere uniti e compatti. Il cappellano della spedizione, Henri Arnaud, intervenne e radunò nuovamente il popolo valdese, ricordando a tutti che solo con un impegno unitario sarebbero potuti sopravvivere. Il popolo valdese si unì nel giuramento e riprese la dura impresa. I Valdesi non smisero mai di lottare per la loro libertà, anche se negli anni successivi furono confinati nel territorio poi soprannominato “Ghetto Alpino”, la piena libertà arrivò solamente nel 1848, grazie alle Lettere Patenti del 17 febbraio.
Sibaud: un monumento ed un giuramento
Sibaud è così diventato un vero e proprio simbolo per i Valdesi. È proprio in occasione del 2° centenario del “Glorioso Rimpatrio”, nel 1889, che venne inaugurato il monumento di cui vi vogliamo parlare oggi: il Monumento Sibaud. Questo cippo di pietra è un simbolo della lotta che i Valdesi hanno dovuto affrontare per poter vivere nelle loro terre e per poter professare in libertà la loro religione. A noi oggi sembra incredibile, ma dobbiamo dire tanti grazie ai Valdesi se oggi possiamo credere in totale libertà (ed ovviamente possiamo anche non credere!).
Il giuramento prestato dai Valdesi arrivati a Sibaud ispirò, nella fine dell’Ottocento, il Serment di Sibaud, un importante canto valdese.