Nel tempo sono tanti i giochi che si sono fatti riconoscere fra i tanti, diventando simbolo delle diverse regioni. Oggi vi parliamo della Pallapugno e della Pallatamburello, due giochi tradizionali Piemontesi, che ancora oggi attirano appassionati da tutta Italia.
La Pallapugno: dall’Antica Roma ad oggi
Non si conoscono molto bene le origini della Pallapugno, tuttavia si ipotizza che questo sport iniziò a venire conosciuto durante un’epoca decisamente lontana: l’Antica Roma. Anche se, come per molte altre cose, la Pallapugno iniziò ad essere uno sport particolarmente praticato solamente nell’Ottocento, periodo durante il quale diventava protagonista delle piazze Piemontesi.
Inizialmente, come anticipato, si giocava nelle piazze più grandi, attirando così i curiosi del paese. Ben presto, però, durante la sua epoca d’oro, la Pallapugno vide costruire i primi veri impianti per questo sport: i Sferisteri. In questi particolari “teatri sportivi” troviamo un campo da 90 metri di lunghezza e 16-18 metri di larghezza. A lato vi è sempre un muro di appoggio con al di sopra una rete. Ed è qui che questo sport inizia a diventare un vero e proprio simbolo del Piemonte e della vicina Liguria.
Le quadrette, così sono chiamate le squadre di questo sport, si preparano fasciandosi il pugno con una serie di strisce di stoffa (per un totale di 10 mt.) ed alla fine vi sovrappongono un pezzo di cuoio modellato ed una striscia di gomma per ammortizzare il colpo della palla. La palla da gioco, di gomma, ha un diametro di 10,5 cm ed una massa di 190 gr.
La Pallatamburello: piaceva anche a Giulio Cesare!
La storia è anche dettata dai Giochi Tradizionali Piemontesi
Sembra incredibile, a volte diamo per scontato che la storia sia anche fatta dai passatempi, piccoli e grandi. Vi lasciamo quindi con un’ultima curiosità, che sicuramente non vi aspettate: il quartiere Balon di Torino deve il suo nome proprio a questi sport, che venivano spesso praticati lungo la via!